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Nelle campagne di via Marzars, a Gemona, una piccola lapide in friulano ricorda la morte del partigiano osovano Natale Londero, "Olivo", avvenuta per opera di un reparto misto tedesco e cosacco il 28 novembre 1944. L'episodio della cattura e dell'uccisione di "Olivo" viene ricordato nella memorialistica partigiana, per esempio nel Diario del Btg Ledra: tre patrioti diretti a compiere un’azione di sabotaggio sulla ferrovia Artegna - Gemona venivano sorpresi da un pattuglione tedesco - cosacco il quale riusciva a far prigioniero uno dei patrioti (Olivo - Londero Natale) che fu immediatamente passato per le armi in località Marzars - Gemona. Una descrizione precisa dell'episodio è stata fornita da prè Pieri Londero, nel suo libro "Cosacs in Friul" da cui si propone una traduzione del brano: … aveva fatto pochi passi sulla strada sterrata quando si scontrò con una pattuglia, la stessa che lo aveva fermato poco prima. I cosacchi – repubblichini lo riconobbero e gli chiesero dove avesse lasciato la bicicletta. Olivo rispose di averla lasciata presso alcuni parenti poiché era bucata. "Andiamo a vedere", gli dissero. E tornarono con lui fino al portone della "Siore". Qui Olivo venne accusato di essere un partigiano e si dispose il suo trasferimento al comando. Nei pressi della ferrovia, in Marçars, col coraggio della disperazione, fece un balzo per liberarsi ma restò impigliato nel reticolato al bordo della strada. Venne ferito da una raffica di mitra poi, caduto, venne finito da un’ulteriore raffica sparata dai cosacchi. Poi lo buttarono in un campo nei pressi e coprirono il cadavere con delle canne di granoturco.
(cf. P.Piçul, Cosacs in Friul, p. 31)