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A Gemona, nella borgata di Taboga, all'incontro tra la statale Pontebbana e via Osoppo, un cubo di pietra ricorda la serie di episodi dolorosi che, sul finire della guerra, interessarono la zona della Statale. Era il 29 aprile 1945 quando, poche centinaia di metri più a nord, nei pressi dell’incrocio della strada che porta alla cartiera, dei colpi d’arma da fuoco furono sparati contro un sidecar tedesco che stava percorrendo la strada statale. I due soldati che stavano sulla motoretta, spaventati dell’accaduto, raggiunsero Ospedaletto , dove stazionavano parecchi reparti tedeschi e raccontarono il fatto. Un drappello di soldati fu subito inviato nella zona degli spari e, dopo alcune perquisizioni, raggiunse una casa di "Pic", in via Picco.
La casa era conosciuta in quanto era una delle poche che possedevano un apparecchio radiofonico e, per questo, motivo di raduno di molte persone che si recavano ad ascoltare le ultime notizie riguardanti l'avanzata degli Alleati. Anche quel giorno, nella casa di "Pic", si erano radunati diversi giovani che non c'entravano con gli spari al sidecar tedesco, tanto che non si erano neanche preoccupati di coprirsi le spalle da eventuali rastrellamenti. I tedeschi entrarono con violenza, presero otto persone e le condussero al vicino bivio di Taboga dove i prigionieri vennero allineati al muro e fucilati seduta stante. Uno solo riuscì a fuggire. Tutti gli altri morirono s otto il tiro delle mitragliette. Un giovane di 16 anni, pur ferito mortalmente, tentò di alzare la testa, ma un soldato tedesco estrasse la pistola e sparò nuovamente, finendolo. I sette uccisi all'incrocio erano Francesco Boezio, Onorio Cedaro, Antonio Copetti, Antonio Guerra, Giuseppe Guerra, Vittorio Londero e Battista Stinat. Sul cippo che li ricorda essi sono accomunati al ricordo di altre tre vittime cadute sotto il piombo dei tedeschi in ritirata sulla statale tre giorni dopo: Antonio Lepore, Francesco Londero, Luigi Simonetti.