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ROBERTO BELLINA "DUE"

Lavoravo con l'Impresa Not, facevo il portaordini, portavo a revisionare i permessi... Sono entrato in autunno sino ai giorni della Liberazione. Si stava ad Avasinis, conoscevo delle ragazze con cui si andava a giocare a carte, il parroco, la signora che ci faceva da interprete con i cosacchi... Dormivo nella casa di don Ridolfi.
Ero entrato nel Btg Friuli ed ho vissuto in prima linea i giorni cruciali.
Avevamo due partigiani di guardia sul ponte di  Braulins che hanno visto arrivare una squadra di 200-300 SS, che hanno fatto saltare il ponte. Si è capito subito che avevano delle brutte intenzioni. Sono arrivati a Trasaghis e si sono fermati lì. Nessuno li ha attaccati né stuzzicati.  C'era timore, per questo abbiamo fatto una sorta di cintura attorno al paese, anche con i partigiani che erano scesi dalla montagna. Io vi ho partecipato sino alle 2 di notte poi, stanchissimo, sono andato a dormire. Il mattino del 2 maggio c’era tutta una confusione, con partigiani che giravano da tutte le parti. Si sentivano colpi di mortaio ed ho sentito che era già stato ferito Pizzato.  Il comandante Furlan mi ha dato un nastro da cartucciera da portare al poveretto che se ne stava da solo sul col del Sole a sparare. Lo ho raggiunto e quello mi ha detto sconsolato di non poter fare nulla, sia per i colpi di mortaio sia perché le SS avanzavano in basso protette dalle arcate del ponte.  Abbiamo cambiato il nastro ma la mitragliatrice si è inceppata, non abbiamo sparato neanche un colpo. Nemmeno un quarto d’ora dopo è passata una squadra, parlavano in tedesco. Li abbiamo visti scendere mentre dall’altra parte della montagna i partigiani salivano. Una mezzoretta dopo siamo scesi, raggiunti i partigiani  e c’è stata anche qualche polemica su chi avesse dovuto sparare e perché non era stato dato l’allarme alla popolazione. Non si capisce comunque perché gli SS si siano comportati con tanta ferocia, non c’era alcuna ragione di rappresaglia… Il comandante mi ha consegnato 4-5 sorveglianti austriaci della Enzian, da portare a Pielungo, cosa che abbiamo fatto senza torcere loro un capello. C'è da dire che i tedeschi non erano tedeschi: erano italiani, istriani, altoatesini! Qualche giorno dopo, infatti, ero sulla piazza di Avasinis e ho visto un gruppetto di 7-8 di loro catturati dai partigiani. Uno, ormai mezzo intontito, quasi per scusarsi di non aver ucciso gente giovane, ha detto: "Io ho ucciso solamente un vecchietto con la carriola". Li hanno massacrati sulla piazza, quando si sarebbe potuto benissimo fare un processo...