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I fatti di Pramosio secondo Antonio Toppan

Antonio Toppan, maestro elementare in Carnia, pubblicò nell'immediato dopoguerra un libro a metà tra la memorialistica personale e la ricostruzione storica: "Fatti e misfatti in Carnia durante l'occupazione tedesca". Esso venne valutato in maniera assai contrastata, ricevendo sia sperticate lodi sia critiche, anche feroci. L'intento era comunque quello di offrire una ricostruzione, quasi in "presa diretta", delle vicende appena trascorse, ricorrendo a un notevole quadro documentario, in buona parte costituito da testimonianze dirette. Molto dettagliata la ricostruzione dei fatti di Pramosio e Val del But, che qui si trascrive.(NNMedia)L'epilogo delle stragi in  quelle plaghe montane di confine, effettuate da tedeschi venuti d'oltre confine, travestiti da partigiani, ed anche in borghese, allo scopo di rendere di fatto deserta la montagna, affinché i partigiani non avessero trovato nè asilo, né assistenza alcuna da parte dei pastori o della gente che vi saliva per ragioni di lavoro, l'epilogo, dico, si ebbe il 21 luglio alla malga Promosio (Paluzza) di proprietà del Sig. Brunetti Andrea di Paluzza.Ventitre di essi, vestiti in borghese e giunti d'oltre confine, si presentarono il 21 luglio in tale malga, e, da quanto in seguito si potè arguire, essi si dichiararono partigiani austriaci, o prigionieri stranieri scappati dalle grinfie germaniche, ed esprimendo roventi parole di odio per Hitler si auguravano che egli dovesse presto capitolare. La cornmedia venne recitata per sondare il terreno. I pastori probabilmente li avranno assecondati, onde furono ritenuti simpatizzanti e protettori dei partigiani.L'epilogo fu che i tedeschi uccisero tutti, compreso il casaro, e accatastarono poi tutti i corpi sulla porta della casera, mettendo sopra gli altri quello del proprietario Brunetti.Gli uccisi rispondevano ai nomi di:Brunetti Andrea fu Ferdinando di  anni 50 da Paluzza,   proprietario;Englaro Romeo fu Gio:Batta di anni 34 da Paluzza;Majeron Osualdo di Simone di anni 18 da Cleulis;Matiz Vincenzo di Gio:Batta di anni 17 da Paluzza;Mentil Carlo di Carlo di anni 34 da Paluzza;Mentil Giacomo fu Giacomo di anni 57 da Paluzza;Mentil Giovanni di Tommaso di anni 16 da Paluzza;Puntel Silvio di Silvio di anni 16 da Cleulis;Unfer Nicolò fu Nicolò di anni 69 da Timau;Vanino Guerrino fu Giovanni di anni 55 e sua moglieTassotti Adele di anni 55 da Paluzza;Majeron Lidia fu Paolo in De Franceschi di anni 30 da Paluzza;Quaglia, Alessio di anni 45  da Sutrio;Zanier Gio:Batta di anni 65 da Zovello;Del Bon   Olinto di Giovanni  di  anni 39 da Treppo  Carnico. Compiuto la strage, i falsi partigiani  tedeschi discendono dalla malga Promosio verso Paluzza; nel bosco a circa metà strada, essi incontrano due donne :Delli Zotti Massima fu Pietro in De Franceschi di anni 53 da Paluzza;Tassotti Adele fu Giovanni in Orsaria di anni 45 da Paluzza, che seviziarono e trucidarono.Alle falde" del Moscardo essi amrnazzarono altre due persone: i boscaiuoliPagavino Oreste di Giovanni di anni 38 da Paluzza;Primus Benvenuto fu Pietro di anni 59 da Paluzza.Giunti a Paluzza verso le ore 18 del 21 incominciarono a recitare la stessa commedia della malga Promosio. Due di essi, che dovevano essere i capi della spedizione, chiesero 1'ubicazione dell'Ufficio postale e telegrafico. Giuntivi, imposero agli impiegati di allontanarsi e con bombe fecero saltar gli apparecchi telegrafici e telefonici, isolando Pa­luzza dal mondo. Compiuto tale atto di vandalismo, si misero in fila indiana e attraversarono il paese. Una parte di essi poi, attraversato il torrente But, si recò a Cercivento. Essi trovarono in paese alcuni autentici partigiani italiani. Si avvicinarono con franchezza il fazzoletto partigiano al collo, salutarono amichevolmente da buoni camerati e... improvvisamente spararono loro addosso uccidendoli.Gli abitanti di Paluzza passarono la serata e la notte fra la tristezza dell'accaduto e 1'ansia per quello che poteva ancora accadere.Infatti il seguito della barbara spedizione si ebbe il giorno dopo, sabato 22 luglio, e precisamente otto giorni dopo lo scontro presso il ponte di Nojaris.I tedeschi che discendevano per sentieri diversi dalle montagne verso le due sponde del torrente But, con razzi luminosi e colorati segnalavano la strada libera a quelli che salivano da Tolmezzo, e cioè a un grosso reparto di S.S. e di repubblicani, circa due mila militi.La mattinata era umida e piovosa. Dopo alcuni colpi di artiglieria. di mitragliatrici e di fucili, Paluzza rimase bloccata. Le persone che trovavansi negli orti e in campagna, con gravissimo pericolo di essere colpite, poterono fuggire, le altre rimasero nelle loro case, col cuore in gola, in attesa di essere catturate.Le S S. si sparsero senza indugio per il paese. Entrarono nelle case e con gesti imperiosi e fischi imposero agli uomini di seguirli immediatamente nello stato ed abbigliamento in cui si trovavano, anche senza calzature e cappello, e li convogliarono e stiparono tutti nel porticato del municipio.Quei soldatacci asportarono nel contempo dagli alberghi, dalle osterie, dai caffè tutte le bottiglie di liquori e vino che capitarono loro sotto mano, tracannandole poi sconcitatamente e senza ritegno, per le strade.Lungo tutto il percorso dalle case all'atrio del municipio avvennero dei fatti veramente inumani. Alcuni, anzi parecchi paesani, venivano spinti avanti come un branco di bestie. II barbiere Gressani Giovanni vi giunse con la faccia tumefatta dalle percosse e perdeva sangue in più parti; il giovane Pittino Adamo, gerente della cooperativa locale di consumo, poggiato ad un angolo, perdeva sangue dal capo, aveva le vesti insanguinate e una chiazza di sangue aveva ai piedi. Dietro di lui, a due passi di distanza, c'era suo padre che assisteva alla scena impotente, sfigurato, con 1'espressione dolorosa di un padre che vede il figlio ridotto in quello stato; il giovane Lazzara Costante fu Gio: Batta perdeva sangue dalla bocca, causa le percosse subite; il rag. Tonsi, Cortolezzis Guido ed altri ancora furono malmenati e schiaffeggiati; un vecchio di 74 anni, non saldo in gambe, veniva spinto avanti con brutalità come se fosse stato un delinquente, e I'enumerazione potrebbe continuare.Tutti gli arrestati erano destinati a Tolmezzo. Giunse il momento della partenza. Alcuni vecchi, sessantenni ed oltre, si recarono da un capitano repubblicano a protestare che, per mancanza di mezzi di trasporto, era loro impossibile percorrere la strada da Paluzza a Tolmezzo — Km. 17 — a piedi.II capitano, ritirate le carte d'identità, andò dall'ufficiale tedesco comandante la spedizione, e questo accolse la protesta e ordinò di lasciare liberi i vecchi.L'ufficiale repubblicano prima di restituire le carte agli interessati si rivolse al sig. Lazzara Romano fu Vincenzo, settantenne, ed in tono forte da essere sentito da tutti, disse:« Io sono il capitano Occelli dell’VIII Alpini; ho fatto la campagna di Grecia, e mi trovo qui perché questo è il mio ideale, come voi ne avete uno e come tutti gli altri hanno il proprio. Se mi trovo in Carnia è per far del bene alla popolazione. I partigiani hanno maltrattato mia moglie e mia figlia; ma se l'hanno con me mi ammazzino e lascino in pace le persone che non hanno fatto nulla ».( questo non vuol dire che le sue affermazioni circa la sua famiglia siano vere n.d.r)Dopo queste parole restituì le carte ai più vecchi e li licenziò.I giovani vennero incolonnati e diretti verso Tolmezzo. Lo stesso avvenne anche in altri paesi dell'alto But.In quel barbaro rastrellamento, nella conca di Paluzza ed in quella vallata vi furono ben 54 morti per opera dei nazi-fascisti, di cui diamo altri nomi che ci è dato registrare:Blanerini Giovanni;Blanerini Pietro;Candoni Antonio;Capellani Emilio;Cicutti Albino;Dorotea Gino;Del Bon Osualdo, ucciso con un colpo alla nuca;De Reggi Giovanni;De Reggi Mario;Englaro Ernesto,  ucciso con un colpo alla nuca;Gressani   Giovanni,    ucciso   con un colpo alla nuca;Majeron Luigi;Mattia Giacomo;Miss Gino;Moro Gelindo;Moro Gio:Batta;Morocutti  Gio:Batta;Nadale Enrico;Pittino    Adamo,  ucciso    con un colpo alla nuca;Radina Antonio;Riolini Vito;Selenati Enrico;Silverio  Romolo;Straulino Mosè.Nella discesa della colonna degli arrestati da Paluzza verso Tol­mezzo, presso il ponte di Sutrio vi fu uno scontro fra partigiani e tedeschi. Vi furono vittime di cui cinque del paese di Sutrio. Di fronte al paese di Priola, il giovane Lazzara Costante fu Gio:Batta di Paluzza, che discendeva incolonnato fu colpito da arma da fuoco alla nuca. II  proiettile uscì dalla faccia senza ledere le parti vitali, e i tedeschi, credutolo morto lo gettarono per la scarpata sul greto del torrente But, ove rimase per tre ore svenuto. Rinvenne e riuscì a farsi lavacri per togliersi il sangue che gli si coagulava in bocca.Fu portato a casa nelle condizioni di abbattimento fisico e morale che si possono facilmente immaginare! Ebbe salva la vita per vero miracolo. A quelli che lo interrogano in proposito egli non è  in grado di rispondere: viene preso da tremito convulso.Lungo quella strada altri cinque o sei cadaveri vennero gettati nel1'alveo del torrente But, e qualche tempo dopo, vennero trovati sotto i tombini altri morti, in avanzata decomposizione, e scoperti per il fetore che emanavano.A Piano d'Arta si chiuse quella terribile giornata con altri sette rnorti!In quella Vallata i rastrellamenti continuarono fin verso la meta di ottobre, cioè fino all'arrivo dei russo-cosacchi, i quali, non fa d'uopo dire, tennero la stessa linea di condotta, come dirò piu innanzi, e perpetrarono gli stessi atti ovunque arrivarono.I morti della malga di Promosio vennero in un primo tempo portati tutti a Timau e poscia nei singoli paesi. (Antonio Toppan, Fatti e misfatti in Carnia durante l’occupazione tedesca,  Udine 1948)     vai al video