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Menorie partigiane il "Checco"
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Giancarlo Franceschinis "Checco"
Ero di stanza nella valle del But, nominato commissario del btg Leone Mansueto Nassivera, di cui era com.te "Furore" (Elio Martinis di Ampezzo).Siamo stati allertati dal comando brgt Silvio Pellico alla Patussera di Ovaro che c'era stata la strage feroce in Val But e che questa banda di elementi tedeschi, repubblichini italiani, con la partecipazione anche di 3-4 ex combattenti spagnoli della legione frecce azzurre, aggregatisi con i tedeschiLa banda si era presentata a Pramosio, spacciandosi per partigiani, aveva chiesto aiuto e viveri. Aiutati con tutto il cuore in virtù del fazzoletto rosso che portavano al collo, avevano poi massacrato tutti i presenti. Quindi si era spostata per i monti e scesa in Val But. Incontrata con altra banda salita da Tolmezzo, rastrellato, compiuto stragi inenarrabili, anche sgozzando a colpi di pugnale le persone incontrate per strada. 3 garibaldini, in zona per incarico del Comando di Brigata, si erano avvicinati ed erano stati ammazzati in maniera atroce
Io sono intervenuto con Furore e il btg un paio di giorni dopo i fatti. Dispiegato il btg in una ricerca frenetica della banda che si diceva girasse ancora attorno a Ravascletto. Con 3 compagnie, da tre direzioni, abbiamo guadagnato l'intera montagna, rastrellandola interamente, per trovarsi però con un pugno di mosche in mano, perché la banda si era sganciata e rifugiata altrove.Io e Furore eravamo delusi ma poi abbiamo dato l'ordine di non cessare la vigilanza, giorno e notte compagnie di 2-3 uomini dovevano girare per paesi della vallata e anche per i boschi e lungo i sentieri più frequentati. Infatti poi è stato rintracciato un componente della banda, in un bosco appena sotto Ravascletto, in perfetta divisa militare, senza alcun documento. Portato al comando di Naunina, è stato interrogato lungamente, senza trarne grandi confessioni. Sono arrivati anche Gracco, commissario della brgt e Ciro Nigris, csm garibaldino. L'hanno interrogato duramente e alla fine, messa alle strette, ha confessato di aver partecipato alle azioni della banda e di essersi poi sganciato in quanto non condivideva più le modalità operative, aveva abbandonato le armi. Dalla cadenza si capiva che era un veneto, stava andandosene verso casa.Nel mio btg 2 garibaldini erano stretti parenti dei morti massacrati: la condanna a morte è stata inevitabile. E' stato fucilato da una pattuglia e sepolto nel greto del But, tra Cercivento e Paluzza.L'episodio ha lasciato traccia indelebile nei cuori e nelle menti e negli intenti della popolazione e dei garibaldini che hanno mostrato da allora ancor maggiore freschezza e volontà di riscatto dei popoli, di restituzione dell'Italia al novero delle nazioni democratiche. E' stata fucilata anche una donna di Paluzza: una madre di famiglia, la cui figlia era impiegata al comando SS di Tolmezzo. In una delle occasioni di rastrellamento a Paluzza la ragazza era sulla macchina del comandante della colonna tedesca che indicava le case dove erano i partigiani. La madre andava avanti e indietro a dare l'imbeccata alla figlia, per dire dove erano da prelevare i ricercati… Quando siamo arrivati a Paluzza, come commissario, avevo l'incarico di assicurare la ripresa delle attività democratiche. Venivano da me in continuazione a chiedere consigli e mi hanno informato anche di questo caso; 2-3 mi hanno anche detto di essere testimoni; per maggior cautela ho fatto scrivere tutti gli atti di accusa precisi e dettagliati. La donna è stata presa e successivamente fucilata per ordine del Comando di brigata.Purtroppo la guerra è fatta anche di queste cose: ma è grave che nel sacrario dei caduti di guerra siano stati inseriti, tra le vittime civili, anche il nome di questa spia nazifascista. Aggiungo che per questo episodio Furore ed io siamo stati incriminati dall'autorità giudiziaria, davanti alla Corte d'Assise di Udine, con l'imputazione di omicidio premeditato a scopo di rapina: siamo però riusciti a far valere le nostre ragioni e a far rientrare giustamente questo tra gli episodi di guerra, non punibili. Il Btg Gramsci di stanza a Treppo Carnico comandato da Augusto Bellina, commissario Guerra (poi fucilato con Tribuno il 9 aprile 45) e poi da Toio. Non credo si sia imbattuto nella banda, avrebbe capito subito che non erano garibaldini, ne sarebbe nata certo una sparatoria… I tre morti di Cercivento sono morti sgozzati, ingannati per essersi avvicinati alla controbanda. Cimador era un vecchio comunista, mandato in zona proprio da …. Ho tenuto io il discorso commemorativo al cimitero di Prato Carnico. Ero stato lì anche al funerale di Aso. Era morto nell'attacco alla feldgendarmerie di Sappada nella notte tra il 24 e il 25 settembre ‘44. Nella caserma c’erano altoatesini feroci: un compagno catturato era stato soppresso… l'attacco che Aso, il comm Nembo (Augusto Nassivera) ed io abbiamo concertato era per eliminare un caposaldo tedesco alla frontiera di Carnia. Quando abbiamo attaccato la casermetta, abbiamo avuto la sorpresa di trovarla ben difesa con reticolati e feritoie; Aso alla mia sinistra e io alla sua destra ci siamo lanciati all'attacco per superare gli sbarramenti, sotto una gragnola di colpi. Sulla porta della casermetta, dovevamo sfondare i vetri ed entrare: Aso è arrivato prima di me ma dall'interno è arrivata una scarica di 40 colpi di machine pistole che gli sono arrivati addosso nell'angolo sinistro della porta. Si è afflosciato tra lo stipite e la porta, restando con la testa piegata, il braccio ormai staccato dalla raffica, nel tentativo di riafferrare il mitra… Sono riuscito a salvarmi protetto dal fuoco dei miei compagni, a passare di nuovo sotto il reticolato e a rifugiarmi nel terrapieno. Abbiamo proseguito per due ore finché abbiamo piazzato alcuni colpi dalla feritoia da dove i tedeschi lanciavano le bombe a mano. E' rimasto ucciso un tedesco… poi è comparso un fazzoletto bianco. Abbiamo interrotto il fuoco quando è emerso un tedesco, con la machine pistole in mano, che si arrendeva…. Quando c’è stato l’assalto nazista, nell’ottobre ’44, la Val But era allora difesa dai partigiani. Ci siamo poi trasferiti a Casanova e Terzo; dall'altra parte del fiume c'era il btg Carnico comandato da Barba Toni e da Grifo. Abbiamo sostenuto un sacco di combattimenti contro le colonne di 7-800 nazifascisti, con mortai e mitragli pesanti e noi con i pochi fucili e mitragliatori bren a cercare di fermarli…Non essendo riusciti a sfondare, hanno bombardato Casanova, incendiato e distrutto molte case, danneggiato la chiesa. Sono morti anche il ciabattino e due garibaldini (Fuoco e Grillo, uno dei due di Zovello) uccisi da schegge di granata. Non lontano da noi, in montagna, consistenti gruppi di osovani non sono mai intervenuti nel combattimento, anche se avevano armi e mitragliatrici pesanti…