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Un libro e un video sulla vicenda della strage di Pramosio

Il 21 luglio 1944 una "controbanda" di S.S. travestiti da partigiani, dopo aver ucciso nei giorni precedenti alcuni pastori nelle malghe di Lanza e di Cordin, sopra Paularo, si presentò nella malga di Pramosio, sopra Paluzza. Fattisi passare per partigiani garibaldini, vennero accolti con ristoro e cibo: ricambiarono l'ospitalità trucidando i pastori e gli altri civili presenti (in tutto sedici persone). Di lì a poco,  scendendo a valle, uccisero tutte le persone che incontrarono nel loro tragitto: due donne, orrendamente seviziate, e due operai. Il giorno successivo, provenendo da Tolmezzo, una  colonna  di S.S. italiane e tedesche,  piombò su Paluzza, si riunì con i falsi garibaldini dell'eccidio di Malga Pramosio, e tutti insieme, infierirono ferocemente e lungamente contro la popolazione rubando, percuotendo a sangue, prelevando uomini e beni.La colonna scese poi verso Tolmezzo. Al ponte di Sutrio e lungo la valle del But, l'ultima fase della tragedia: raggruppati i civili che avevano preso in ostaggio a Paluzza, li finirono a pugnalate o con colpi di pistola alla nuca, insieme ad altri partigiani e civili di Sutrio e della vallata  fino al ritorno delle S.S. verso Tolmezzo.Queste  azioni combinate ebbero il tragico bilancio di 52 vittime tra i partigiani e la popolazione civile: un episodio dolorosissimo che viene ricordato, nei giorni dell'anniversario.Accanto alle periodiche commemorazioni (ogni anno se ne tengono a Malga Pramosio  nella cappella  eretta a ricordo delle vittime dell‚eccidio,  in Piazza XXI-XXII Luglio a Paluzza e al ponte di  Sutrio) diverse sono anche le iniziative destinate a far conoscere, specialmente tra i più giovani, lo svolgersi di quei fatti lontani.Lo scorso anno era stato presentato a Paluzza il video "Malga Pramosio, 21 luglio 1944: il giorno dell'infamia", realizzato da Dino Ariis della Nnmedia, con la collaborazione di Pieri Stefanutti del Centro di Documentazione di Trasaghis. Il video, presentato nella sala del cinema Daniel, aveva suscitato profonda commozione. Nel corso di specifici interventi, i sindaci di Paluzza Maieron e di Treppo Carnico Cortolezzis e l'ex consigliere regionale Magrini   avevano valutato assai positivamente il filmato, auspicandone la diffusione nelle scuole e tra la popolazione.Tale auspicio è stato raccolto: il video è stato ora stampato a cura del Comune di Paluzza e allegato alla riedizione del libro „Testimone oculare‰ di Rudy Di Centa, edito dal gruppo „Chei di Somavile‰ di Paluzza col contributo della Secab (Società Elettrica Cooperativa Alto But).Il filmato, della durata di oltre un'ora, presenta significative testimonianze dei  protagonisti della Zona Libera della Carnia (da Romano Marchetti a Nino Del Bianco a Giancarlo Franceschinis) per poi entrare nello specifico dell'episodio di Pramosio, con le interviste ai testimoni diretti della vicenda, tra i quali  Alfio Muser  (allora giovane pastore che per primo scoprì i cadaveri degli uccisi nella malga),  Gervasio Mentil (che ebbe modo di scambiare alcune battute con i nazisti della controbanda che scendevano a valle), Marcello Marconi (che partecipò al recupero delle salme degli uccisi), Antonietta Plazzotta e Matteo Brunetti (figlio del proprietario della malga, ucciso a Pramosio, che assistette alle inaudite violenze perpetrate a Paluzza ai danni della popolazione civile).Il video, assieme al diario di Rudy Di Centa, che visse in prima persona i fatti dolorosi del luglio 1944, costituisce quindi un documento multimediale assai utile per la ricostruzione di quelle vicende.Scuole, biblioteche, gruppi e persone interessate possono richiedere libro e video al Comune di Paluzza.